Copycat: una delle più diffuse strategie di business

Copycat: l’origine del termine
Il termine “copycat” è molto utilizzato dai bimbi che parlano inglese ed in italiano corrisponde a “copione”.
Ma quali origini ha? Di solito gli animali che tendono ad imitare gli esseri umani sono i pappagalli e le scimmie (non per niente si dice “scimmiottare” o “ripetere come un pappagallo”)… cosa centrano i gatti?
Nell’Inghilterra medievale i gatti non erano animali ben visti, tanto che Shakespeare definiva “cat” un individuo particolarmente spregevole. Il termine “cat” è tutt’oggi utilizzabile come sinonimo di “spregevole”, mentre “copycat” significa appunto “copione”.
Bisogna poi aspettare il 1916 per vedere i criminologi associare il termine ai criminali che emulavano le sadiche gesta di Jack lo squartatore.
La strategia copycat nel business
La capacità di imitare modelli vincenti è indubbiamente una delle doti più importanti di chi fa business. Nella strategia copycat l’abilità richiesta è quella di prendere un business di successo già esistente e di replicarlo su un mercato differente.
Questo tipo di strategia non è utilizzata solo da piccole startup, ma anche e soprattutto da grandi aziende. E’ fondamentale per chi si occupa di digitale essere sempre attento a quali modelli di successo emergono nei vari mercati ed in particolare in quello americano guidato dalla Sylicon Valley.
Si stima che le imprese innovative che aprono un nuovo mercato riescano ad accaparrarsene meno del 10%, mentre la restante quota viene aggiudicata tra le copycat company.
Strategia copycat: casi di successo
La lista delle aziende che hanno conseguito successi con questa strategia è lunga, a partire da Apple, Walmart e Ryanair.
Nel mondo delle startup invece si deve obbligatoriamente citare il caso di Rocket Internet, società tedesca che ha costruito un impero digitale attraverso la strategia copycat. Il più grande capolavoro di Rocket Internet è stato la creazione di Zalando, portale nato come copycat di Zappos e divenuto con rapidità molto più importante del modello originale.
Tra gli esempi più importanti di copycat va inoltre ricordato Alibaba (nato come copycat di eBay) e WeChat (copycat di Whatsapp).
Guardando all’interno del territorio nazionale possiamo invece citare Supermercato 24 (oggi rinominato Everli e nato come copycat dell’americana Instacart) oppure una serie lunga di app delivery differenti che si sono affermate in specifiche aree (nel nord-est si possono citare Foodracers e MyMenu).
L’ingrediente magico della strategia
La strategia copycat richiede la presenza di un forte elemento differenziante rispetto al modello da cui trae ispirazione.
Tutto è più semplice quando si tratta di importare in Italia un modello americano non ancora presente. Quando invece l’obiettivo è quello di far concorrenza ai big player già presenti sul territorio è indispensabile differenziare la propria offerta focalizzandosi su specifici target.
Oggi i due modelli app di successo più imitati sono probabilmente Amazon per il mondo degli e-commerce e Just Eat per quello dei food delivery.
Se da un lato è molto difficile creare una nuova app store generalista capace di competere con Amazon, dall’altro bisogna riconoscere che le opportunità di business sono infinite se si progettano piattaforme e-commerce focalizzate su determinate categorie merceologiche.
Gli utenti si dimostrano infatti propensi ad abbandonare Amazon per l’acquisto di una serie di prodotti se scoprono piattaforme maggiormente specializzate. Ad esempio molte donne adorano acquistare vestiti su YOOX ma non sono interessate a farlo su Amazon.
L’importante è mantenere validi una serie di standard dettati dai leader di mercato, in modo da far trovare l’utente a proprio agio all’interno del nuovo ambiente digitale che lo sta accogliendo.
Nel mondo delle dating app vale invece la pena nominare il caso di Bumble, di recente quotata al Nasdaq. La sua fondatrice, Whitney Wolfe Herd, ha lasciato il suo posto di lavoro presso Tinder per fondare la sua dating app. A differenza di Tinder, Bumble è stata costruita su misura per le esigenze delle donne. Oggi la sua fondatrice 31enne è la più giovane donna miliardaria ad aver generato da sola la sua fortuna.
Clicca qui per sapere di più su Bumble: competere con Tinder nel mondo delle dating app
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