MyMenu: come migliorare il modello Just Eat

 MyMenu: come migliorare il modello Just Eat

MyMenu è stata acquisita 

Pellegrini, storico gruppo della ristorazione italiana da 670 milioni di ricavi nel 2019, questo mese ha portato a termine l’annunciata acquisizione della maggioranza di MyMenu, società proprietaria dell’omonima app per le consegne a domicilio dei pasti.

My menù è la start up padovana che in meno di 10 anni ha raggiunto le vette del food delivery, sfidando Just Eat e diventando il più grande operatore del comparto food delivery interamente a capitale italiano.

La piattaforma di consegne a domicilio, nata dall’intuizione del giovane imprenditore “bocconiano” Edoardo Tribuzio, ha davvero sbaragliato aumentando il volume di affari in pochi anni.

Mymenu nel 2020 ha registrato un +74% rispetto all’anno prima, generando un indotto sulla ristorazione di 9 milioni di euro. Dal momento del lancio MyMenu ha servito circa 1,25 milioni di pasti registrando 500 ristoranti partner.

Quel che è certo è che My Menu nonostante si presenti come una piattaforma digital che funziona molto bene, non ha inventato nulla di nuovo ma ha semplicemente preso ispirazione da Just Eat che ben prima aveva già rivoluzionato il mondo del food delivery.

Se è così, come mai My Menu ha catalizzato l’attenzione di Pellegrini, il Big del mondo della ristorazione che vanta 10.000 dipendenti?

 

4 mosse che hanno permesso a MyMenù di differenziarsi da Just Eat

Diversi sono stati gli elementi differenzianti che hanno contraddistinto My Menù in questi anni, posizionandola in maniera diversa rispetto a Just Eat nella mente di ristoratori, riders ed utenti.

  1. Innanzitutto MyMenu ha puntato molto sulla selezione dei ristoranti coinvolti, mentre Just Eat ha aperto le porte praticamente a tutti gli operatori del settore.
  2. Mentre Just Eat è un colosso presente nella stragrande maggioranza delle città sopra 50.000 abitanti, MyMenù ha cominciato la sua avventura concentrandosi geograficamente nella città di Padova, per poi espandersi gradualmente a Bologna, Milano, Brescia, Modena e Verona.
  3. L’azienda ha indirizzato da sempre molta attenzione a chi effettua le consegne: non solo i ristoranti ma anche i riders sono selezionati con cura da MyMenù.
  4. My Menù garantisce puntualità nelle consegne: l’utente che utilizza MyMenu prima di ordinare vede in anticipo la stima del tempo necessario a ricevere l’ordine

App food delivery: un mercato in forte espansione

Come abbiamo spiegato in un altro articolo relativo alla strategia copycat, imitare le best practices è un aspetto importante ma è fondamentale poi differenziare la propria offerta da quella della concorrenza agendo su una serie di variabili. Nel caso del food delivery, altre variabili su cui intervenire possono ad esempio essere il sistema di commissioni applicate ai ristoratori e la tipologia di contratti offerti ai riders.

Le opportunità di fare business in questo comparto sono moltissime grazie ad una domanda in costante crescita, anche a seguito dell’emergenza covid che ha spinto sempre più persone a sdoganare l’utilizzo di questi sistemi.

State pensando di sviluppare un’app delivery per la vostra città o per il vostro specifico ristorante? Non esitate a compilare il form presente su AppMag per richiedere una nostra consulenza! In alternativa inviateci una mail a info@appmag.it

Michele Zanin

Mi sono laureato all'Università Bocconi specializzandomi in media management e marketing. Le mie prime esperienze sono state nel campo della comunicazione per il settore pubblico ed istituzionale (European Space Agency ed APSS di Trento) mentre oggi lavoro come consulente per diverse realtà nei campi dell’intrattenimento digitale, social media marketing e sviluppo app mobile.